Le letture ribelli di Assange

L’11 aprile 2019 nella città di Londra il cielo era parzialmente nuvoloso, privo di precipitazioni significative, il vento soffiava a circa 19 km/h e l’umidità era intorno al 62%. Nel corso della giornata, le temperature erano salite fino a circa 13°C.  

In quello stesso giorno, alle undici del mattino, i poliziotti prelevano con la forza Julian Assange, classe 1971, di nazionalità australiana, e lo conducono alla sede centrale di Scotland Yard prima, e successivamente a Belmarsh, carcere britannico di massima sicurezza.

Riavvolgendo il nastro delle vicende legate all’arresto, qualche anno prima, nel 2012, il fondatore di Wikileaks aveva chiesto e ottenuto l’asilo politico per sottrarsi al mandato di cattura internazionale emesso dalla Svezia per presunti reati sessuali. Un Assange diventato esule nel timore di essere estradato verso gli Stati Uniti e processato dopo la pubblicazione di migliaia di documenti riservati.

Trascorsi sette anni, controllato a vista, e confinato in una stanza di un antico edificio di mattoni rossi nel cuore di Londra, a due passi dai grandi magazzini Harrods e poco distante da Hyde Park, Assange si ritrova “consegnato” alle autorità britanniche, dopo che il governo di Quito gli revoca l’asilo politico. Ammanettato, viene caricato dentro un pulmino. 

Le immagini diffuse in mondovisione mostrano Assange accerchiato dai poliziotti, pallido più del solito, con i capelli bianchi legati a coda di cavallo e la barba folta, portato via di peso mentre piega le lunghe gambe e impunta i piedi, come fanno i bambini che non vogliono varcare la soglia di un gabinetto medico. Nel caos del momento, urla rivolto ai giornalisti, tra le mani stringe un libro, presto associato al suo arresto: Storia dello Stato di Sicurezza Nazionale, di Gore Vidal, pubblicato nel 2014.

Gli attivisti, amici e giornalisti credono che Assange avesse di proposito mostrato la copertina del libro di Gore Vidal che, nelle sue interviste, criticava la politica imperialista americana che secondo lui era iniziata nel 1946 con la presidenza Truman, dopo che l’apparato bellico messo in piedi durante la Seconda guerra mondiale, non solo, non fu smantellato, ma era stato trasformato in un complesso militare-industriale di sicurezza permanente, giustificato – sempre secondo Gore Vidal – dalla creazione di un falso nemico: l’Unione Sovietica.

Alcuni dei libri in mostra al FACT nell’Assange’s Room

L’hacker australiano, fondatore di Wikileaks, che voleva proteggere il mondo dagli abusi del potere, aveva di sicuro avuto tempo di leggere le 144 pagine del libro di Vidal, che dopo la foto dell’arresto a Londra balzò in classifica tra i libri più venduti.

Secondo la narrazione di amici e sostenitori intervistati in quel periodo, Assange ebbe accesso ad una grossa quantità di libri fatti recapitare durante la prigionia, al punto da oltrepassare di gran lunga il limite massimo di dodici volumi ammessi dal regolamento. In realtà con il passare degli anni, di libri ne erano entrati troppi, a detta sua erano stati oltre duecento i volumi a disposizione in cella. Del resto i libri hanno sempre avuto un peso importante nella sua vita. Le radici letterarie di Julian Assange hanno ricevuto nutrimento dalle letture di George Orwell, del premio Nobel Aleksandr Solzhenitsyn, di Arthur Koestler, oltre che di filosofi e pensatori, senza disdegnare i grandi della tragedia greca: Eschilo, Euripide e Sofocle.

Ne fa menzione Suelette Dreyfus, autrice del libro Underground, uscito nel 1997, in una narrazione che per certi versi potrebbe accostarsi al romanzo di Molnar, I ragazzi della via Pal versione 2.0, in cui viene raccontata la storia adolescenziale di Assange e la sua precoce attività di hacker, nel libro chiamato Mendax, dove lui stesso ha contribuito alla stesura attraverso analisi e competenze tecniche, svelando le attività degli hacker australiani, americani e inglesi negli anni ’90, di cui è stato tra i principali protagonisti.

Intanto, nel 2017, al FACT (Foundation for Art and Creative Technology) di Liverpool, in occasione dell’esposizione: How much of this is fiction, sugli effetti dei “media art” come veicolo di fake news, di informazioni ingannevoli, capaci di mistificare la produzione artistica, il pezzo forte della mostra è stato l’Assange’s room. Dentro una stanza prefabbricata è stata riprodotta la zona living di Assange mentre era rifugiato all’ambasciata dell’Ecuador, ricostruita da chi aveva potuto accedervi, arredata con i suoi effetti personali, la camicia bianca appesa all’attaccapanni, le scarpe, il tapis roulant appoggiato al muro, i ripiani con i faldoni, la scrivania cosparsa di fogli, il computer, i fili per la connessione internet e diversi scaffali con alcuni dei suoi libri di lettura:

  • Animal Farm, di George Orwell, un classico della letteratura distopica.
  • The Road, di Cormac McCarthy, romanzo post-apocalittico che racconta la storia di padre e figlio che cercano di sopravvivere in un mondo devastato.
  • The Art of War, di Sun Tzu, un antico trattato militare cinese che offre saggezza strategica e tattica.
  • The Looming Tower, di Lawrence Wright, un testo che esplora le origini dell’islamismo militante e gli eventi che hanno portato agli attacchi dell’11 settembre.
  • The Shock Doctrine, di Naomi Klein, un’analisi critica delle politiche economiche neoliberiste e delle loro conseguenze.

Non potevano mancare i testi di James Joyce, Will Self, Irvine Welsh, Slavoj Žižek, Quentin Tarantino, Douglas Adams, e A Room of One’s Own, di Virginia Woolf.

Il 24 giugno 2024, a Londra si registrò un clima piacevole. La temperatura variò da un minimo di 13,3°C a un massimo di 24,8°C. Fu un giorno particolarmente caldo per il mese di giugno, con temperature che superarono i 28°C per diversi giorni.

In quello stesso giorno, Assange verrà liberato sotto cauzione dalla prigione di Belmarsh e condotto all’aeroporto di Stansted diretto in Australia, con una tappa di due giorni nelle Isole Marianne. Lì, davanti alla corte statunitense, dichiarandosi colpevole del reato di uso improprio di documenti segreti, riceverà una sentenza di cinque anni, ovvero quelli che aveva già scontato nel carcere di Belmarsh.

Uscirà dal tribunale da uomo libero.

Il 26 giugno 2024, Julian Assange atterra all’aeroporto di Canberra alle 11.39, in una giornata di nebbia ghiacciata e foschia, tipico dell’inverno australiano.

Da allora di lui si sono perse le tracce.

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