A volte accade che, nel gorgo di una specie di provincialismo ammantato di esterofilia, tra i lettori nostrani appassionati di romanzi gialli si preferiscano opere ed autori stranieri che pure, per carità, in molti casi sono assolutamente meritevoli sotto diversi aspetti (nulla da dire, per esempio, sui vari Grisham, Dicker, Lackberg, solo per citarne alcuni). Va detto, però, che oltre a loro ci sono anche, nel genere giallo-noir, alcuni scrittori italiani decisamente meritevoli di grandi successi letterari.
Non sfigura, in questa “vetrina poliziesca”, la serie di romanzi di Cristina Stillitano, giovane autrice che ha creato un personaggio sui generis al quale, pagina dopo pagina, ci si affeziona con grande partecipazione: il commissario Agostino Clodoveo. Quello di Stillitano tra l’altro è un caso letterario: il primo volume delle indagini del bonario poliziotto romano (Cuore di passero ha la morte, 2018), infatti, è stato autopubblicato. Ed ha avuto un immediato ed enorme successo di pubblico, come pure i due successivi (La donna a metà, 2020 e Andrai, tornerai, non morirai, 2021), anch’essi autopubblicati. Poi l’amata saga ha vinto, nel 2021, la seconda edizione del premio Amazon Storyteller, dedicato alla produzione di opere letterarie pubblicate da autori indipendenti, riconoscimento che ha senz’altro contribuito a portare Clodoveo e la sua creatrice all’attenzione anche delle case editrici più importanti. I due successivi volumi della serie (La giostra del perdono, 2023 e A luglio non succede mai niente, 2024), infatti, sono usciti con Piemme.
Senza ovviamente anticipare nulla sugli intrecci di trama, sulla saga della Stillitano possiamo dire che è ambientata nella Roma degli anni Cinquanta. In tale affascinante cornice – descritta con precisione di dettagli ed atmosfera dall’autrice anche grazie alla condivisione, sui social, di ricordi ed immagini di lettori ed appassionati – si muovono, oltre al corpulento protagonista sempre in giro per Roma sulla sua Lambretta, personaggi divertenti e al contempo intensi e profondi (tra essi la sora Pina, l’anziana vicina di casa del commissario, la farmacista Fiorella, della quale Clodoveo si innamora, e la piccola Isabella), tratteggiati dall’autrice con uno stile di scrittura maturo ed evocativo, che dà a chi legge l’impressione quasi di vedere un film. E chissà, presto Clodoveo potrebbe approdare sullo schermo (forse televisivo)…
Roma, per la precisione il quartiere di Monteverde, è lo scenario anche di un’altra saga poliziesca molto coinvolgente e ben scritta. L’autore è lo scrittore italofrancese Francois Morlupi, che costruisce una serie di storie a tinte giallo-noir attorno ad un gruppo di poliziotti del tutto particolare. I Cinque di Monteverde infatti, a partire dal commissario Biagio Maria Ansaldi, sono personaggi raccontati mirabilmente dall’autore non solo con riferimenti alle loro qualità e ai loro pregi, ma anche – ed è l’elemento forse più interessante – attraverso le loro debolezze. I poliziotti al centro delle storie di Morlupi sono, in sostanza, una perfetta miscela di pregi e difetti che li rendono quasi degli anti-eroi, in grado però di affrontare, indagine dopo indagine, situazioni estremamente difficili. E anche – e forse soprattutto – le loro personali paure.
Il modo di Morlupi, profondo e al contempo semplice, di dare spessore ai protagonisti delle sue storie, rende i Cinque di Monteverde una serie che appassiona perché i lettori, al di là dell’apprezzamento per le trame poliziesche che emergono pagina dopo pagina, possono a seconda del loro personale vissuto sentirsi in qualche modo vicini ai poliziotti che cercano di dipanare i vari misteri e risolvere i casi che si trovano a dover gestire.
Partendo da Formule mortali (prequel della serie, uscito nel 2018 e ripubblicato nel 2023) e passando per Il gioco degli opposti, Come delfini tra i pescecani e Nel nero degli abissi, si arriva fino a, per ora, a Segnale assente, appena arrivato nelle librerie (è stato pubblicato infatti alla fine di maggio 2025) e già nelle prime posizioni delle classifiche di gradimento. In ognuno dei cinque capitoli della saga non mancano accenni all’arte, ai problemi quotidiani contemporanei e ai valori umani che consentono, nonostante tutto, di sopravvivere e reagire alle difficoltà. Come scrive l’autore sulle sue pagine social a proposito di Segnale Assente, si tratta di “un’avventura che fin da subito mi è stata molto a cuore. Verte, infatti, su alcune tematiche come l’incomunicabilità tra genitori e figli e la droga tra gli adolescenti, che ahimè sono sempre più attuali e che mi preoccupano da tempo. Ho tentato, nel mio piccolo, di parlarne attraverso i miei personaggi e di accompagnare le loro giornate con un sottofondo musicale in cui il silenzio, la passività e l’assenza di empatia da parte della maggioranza delle persone si rivelano terreno fertile per il proliferare di simili problematiche. Sarà un’inchiesta diversa dalle altre, che spero vi farà riflettere su quanto il Male possa far ancora più paura quando possiede il volto di una persona cara, di un famigliare, di un amico, di un figlio o di un vicino di casa”.
Gialli italiani: le saghe di Agostino Clodoveo e dei Cinque di Monteverde
- di Cristina Di Giorgi
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